Due giorni dedicati all’eco-sostenibilità e al benessere
Si è svolto lo scorso week end a Cervo l’evento “NuovaMente – Sostenibilità del Territorio, Benessere Psicofisico”. La manifestazione è giunta alla 6° edizione ed è stata organizzata, quest’anno, dalla Proloco Progetto Cervo.
Un Festival che parla di eco-sostenibilità e benessere psicofisico e che, tra i carrugi del borgo medioevale di Cervo, ha presentato laboratori, conferenze, attività per bambini, visite guidate, mercatino di alimentazione naturale a km zero ed artigianato, musica e tanto altro.
NuovaMente a Cervo – Festival del Benessere Psicofisico e dell’eco-sostenibilità
Il calendario di NuovaMente: ricco di contenuti e incontri a tema
Alcuni eventi si sono svolti nel Bastione di Mezzodì – Torrione cinquecentesco (situato sul lato a levante del Borgo) dove è stato approntato uno spazio benessere con sedute di Yoga a cura di Antonella Elena, di Feldenkrais a cura di Michelle Valenti e di Shiatsu a cura della Scuola Tao Dao di Imperia.
Nello stesso spazio anche una conferenza condotta dalla Dott.ssa in Tecniche Erboristiche Marta Minniti – Naturopata su “Le virtù terapeutiche delle erbe liguri: proprietà nutrizionali e curative; ricette erboristiche di autoproduzione“.
Inoltre un Incontro-Conferenza dal titolo “Rispettiamo la salute – Consigli pratici per conservarla” presentato dal Dott. Fiorenzo Batistotti – Medico specializzato in medicina naturale.
Bastione di Mezzodì a Cervo
L’Olio Dop, Il vino Dop e passeggiate nel Parco del Ciapà
Si è poi parlato di olio con una conferenza e degustazione intitolata “L’Olio Dop”, di vino con una conferenza e degustazione intitolata “Bio Vio – Vino Dop” e dei fondali marini del Golfo Dianese con un incontro e proiezioni intitolato “Ma tu… lo conosci il nostro mare?” a cura dell’associazione ASD InforMare di Diano Marina.
L’arte dell’intreccio del vimini e delle palme, l’arte del tombolo – pizzo e fuselli, il metodo del ricamo, pittura con la natura, sono stati i temi dei molti laboratori presenti nel vasto programma.
Una passeggiata a passo d’asino nel Parco comunale del Ciapà ha allietato la domenica mattina, in compagnia dell’asinella Margherita, con ritrovo alla rotonda “Ai Cascin”, un’iniziativa per adulti e bambini – con letture e laboratori – volti a comprendere l’eco-sistema del parco e la sua tutela. Al termine della passeggiata, si è visitato l’asineria dove a sorpresa ci aspettava una degustazione di prodotti locali.
Mercatino del Biologico nel Borgo di Cervo – NuovaMente
Insomma due giorni all’insegna della natura – tra mare ed entroterra – alla scoperta di uno dei Borghi più belli d’Italia dove il paesaggio e l’atmosfera hanno fermato il tempo e nutrito mente, anima e corpo.
Chi non ha potuto partecipare a questo evento può sempre raggiungere Cervo e, in ogni giorno e stagione dell’anno, visitare le tante particolarità storiche del borgo partendo, magari, dal Castello dei Clavesana e dal Museo Etnografico.
Se dal punto di vista turistico e del territorio la baia compresa tra Capo Berta e Capo Mimosa è chiamata Golfo Dianese – che comprende i 7 comuni nel suo complesso, dal punto di vista politico ed amministrativo è invece denominato “Unione dei comuni del Golfo dianese e i suoi borghi” ma questo soggetto giuridico (nato il 3 Febbraio 2014) è invece composto da soli 5 comuni: Cervo, Diano Arentino, Diano Castello, San Bartolomeo al mare e Villa Faraldi. Non ne fanno parte, invece: Diano Marina e Diano San Pietro.
Questo ente è stato costituito con atto notarile è nato con l’intento di gestire in forma associata diverse funzioni: protezione civile, polizia locale, servizi sociali ed altri vari servizi. Ha sede a San Bartolomeo al Mare ed è costituito da un consiglio direttivo che si rinnova a norma di legge.
Il Golfo Dianese: la Baia compresa tra Capo Berta e Capo Mimosa
Un golfo abbracciato dagli ulivi ricco di bellezze naturali e culturali, un territorio ampio – tra mare ed entroterra – sul confine della provincia di Imperia e Savona. E’ una terra dove il piacere del “buon clima”, della “buona cucina”, del “buon vivere” accompagnano il turista nella sua vacanza nelle quattro stagioni dell’anno.
Per noi, quindi, ma anche per l’economia turistica del luogo, fatta di strutture ricettive, pubblici esercizi, commerciali e servizi vari quando si parla del “nostro territorio” ci si riferisce al Golfo Dianese nel suo complesso come lo rappresenta il logo grafico.
Un marchio che assembla i comuni presenti sul territorio (come detto sono sette) e che identifica in una sola immagine tutto il comprensorio. Se ogni comune è di per sé indipendente – bello e utile – è far vivere al turista il luogo di vacanza nel suo complesso: il centro turistico ed i suoi dintorni. Sicuramente una forza in più!
Mare, natura, entroterra, sole, notte e sette stelle è quello che emerge dal logo del Golfo Dianese. In una sola immagine un ricco contenuto. Nell’era tecnologia poi mettersi insieme è sicuramente una strategia vincente!
Panorama del Golfo Dianese visto da Capo Berta
Comuni del Golfo Dianese
• Cervo
• Diano Arentino
• Diano Castello
• Diano Marina
• Diano San Pietro
• San Bartolomeo al mare
• Villa Faraldi
Collocazione geografica
L’Italia, la Regione Liguria, la Riviera di Ponente, la Riviera dei Fiori, il Golfo Dianese identificano territori specifici, meravigliosi e da visitare assolutamente. Enti territoriali o porzioni di territorio aiutano e facilitano la posizione geografica.
Come raggiungere il Golfo Dianese:
- Per chi viaggia su strada, nel tratto autostradale A 10 l’uscita più vicina è San Bartolomeo al mare.
- Per chi viaggia in treno sulla linea Genova-Ventimiglia scendere alla Fermata Diano.
- Per chi viaggia in aereo (Aeroporti di Nizza-Albenga-Genova)
Insomma venite a conoscere il nostro bellissimo territorio! Non Vi deluderà!
Il Progetto Pelagos
Un triangolo marino ricco di vita: capodogli, balenottere comuni, delfini, grampi, globicefali formano un ecosistema pelagico di grande ricchezza.
Le caratteristiche geologiche dei fondali e la concentrazione di elementi nutritivi generano la giusta e ricca catena alimentare marina, motivi che hanno indotto molti studi di ricerca ed associazioni ambientaliste a convincere questi paesi ad istituire questa preziosa area marina
Nel 1990 si avvia un regime di protezione per i cetacei presenti nel bacino corso-liguro-provenzale nato col nome di Progetto Pelagos con l’istituzione di una riserva della biosfera.
Nel 1992 inizia il censimento delle stenelle (piccolo delfino) e balenottere comuni presenti nell’area nel periodo estivo.
Santuario Internazionale dei Cetacei – Foto Whalewatch Imperia
Il Patto del Santuario Pelagos
Nel frattempo viene creato il testo della “Dichiarazione congiunta relativa all’istituzione di un Santuario mediterraneo per i mammiferi marini” dove è previsto tutta una regolamentazione studiata ad hoc per garantire ai mammiferi marini ed al loro habitat un’ottimale stato di conservazione.
Istituito nel 1993 con patto tra Italia, Francia e Principato di Monaco è l’area del Mediterraneo più densamente popolata da cetacei.
Nell’ottobre del 1999 a Roma i ministri (Italiano-Francese-Monegasco) si riuniscono a Roma per la firma definitiva che vede la nascita ufficiale del Santuario Internazionale dei cetacei del Mar Ligure.
Un’area protetta con l’obiettivo di tutelare circa 100.000 chilometri quadrati di area.
Santuario Internazionale dei Cetacei – Foto Whalewatch Imperia
La sede presso Palazzo Ducale a Genova
Dopo aver convalidato l’accordo, oggi Genova è sede del segretariato – presso il Palazzo Ducale – dato in uso dalla Regione Liguria.
Avvistamento dei Cetacei in provincia di Imperia
E’ possibile ammirare i mammiferi marini nel loro habitat naturale, grazie ad un’imbarcazioni che svolgono servizio di Whale Watching sui vari territori.
Whalewatch Imperia è il logo della società Golfo Paradiso s.n.c che fa servizio nella nostra zona, nella provincia di Imperia.
A bordo della motonave è sempre presente un biologo marino per commentare gli avvistamenti, fornire informazione ed acquisire dati per la ricerca.
Aromatica: profumi e sapori della Riviera Ligure è una delle principali manifestazioni annuali che si svolgono a Diano Marina ed è dedicata alle tante piante della nostra zona quali il basilico e le erbe aromatiche ma anche ai prodotti tipici e alle eccellenze dell’agroalimentare e dell’enogastronomia ligure.
Giunta alla sesta edizione è organizzata, per conto del Comune di Diano Marina, da Gestioni Municipali Spa con il sostegno di molti enti – come la Camera di Commercio Riviere di Liguria – e vede il coinvolgimento attivo dei comuni del Golfo Dianese.
La rassegna oltre a ospitare numerosi stands che riempiono allegramente le vie del centro cittadino destina un’area attrezzata (nella Piazza del Comune) per show cooking, laboratori, conferenze e tanto altro con un palco e un padiglione dedicato.
Passeggiando tra le erbe aromatiche – Aromatica Dianese 2019
Aromatica a Diano Marina: programma ricco d’eventi
Quattro giorni caratterizzati da un programma ricco di eventi e contenuti: ricette, interviste, degustazioni, conferenze a tema, laboratori didattici, dimostrazioni – tipo le tecniche di panificazione – degustazioni di Vini Dop Liguri e Olio Dop Riviera Ligure, Basilico Genovese Dop.
Un expo di prodotti tipici del territorio, un’area di street food e il padiglione eventi rendono questa manifestazione teatro di grande richiamo sia per i visitatori (il cui afflusso è facilitato anche dal ponte festivo) sia come vetrina espositiva per aziende e attività del settore.
Le vie di Diano Marina sono state colorate e profumate all’insegna della primavera e della natura.
Benvenuti nelle vie del centro – Aromatica Dianese 2019
Un “pezzo” di Aromatica per Voi
Ieri siamo andati per voi ad ascoltare la conferenza “Entroterra, eccellenza del territorio” dove è intervenuto l’esperto di cultura del territorio Alessandro Giacobbe intervistato dal conduttore, animatore e musicista dianese Gianni Rossi.
Ci ha parlato dei muretti a secco e della cultura della pietra (tecnica e gusto ligure), dei luoghi da visitare nei dintorni del Golfo Dianese consigliandoci alcune escursioni nei tipici paesi e borghi di Pieve di Teco, Lingueglietta e Pigna.
Per poi soffermarsi e sottolineare la bellezza di Cervo – centro storico di origine medievale – conosciuto come uno dei “Borghi più belli d’Italia” ricco di cose da vedere e con scorci da cartolina.
Il “Bosco di Borman“
Si è poi ulteriormente soffermato sul valore storico del nostro territorio: “Siamo nel Bosco di Borman o Lucus Bormani divinità dedicata all’acqua termale di origine celtica…” e questo non può che ricordarci che i nostri avi avevano una venerazione per le acque!
A tal proposito Alessandro ha aggiunto: “… Ricordiamoci che in zona abbiamo le Terme da valorizzare!“. Che sia forse una tiratina d’orecchie?
Pillola di storia: per i Romani – amanti delle terme – Borman aveva il nome di Apollo compagno di Diana.
Il promontorio di Capo Berta, che divide il comprensorio del Golfo Dianese dal comune della vicina Imperia, è stato inserito nell’elenco della regione Liguria quale Sito di Importanza Comunitaria di natura terrestre con denominazione “Capo Berta“.
Allo stesso tempo i suoi fondali sono stati inseriti – assieme a quelli di Diano Marina e del vicino Capo Mimosa – nello stesso elenco quali S.I.C. marini con la denominazione “Fondali Capo Berta – Diano Marina – Capo Mimosa” perché parte di un sistema caratterizzato da un inestimabile patrimonio naturalistico.
Sic marino “I fondali di Capo Berta – Diano Marina – Capo Mimosa” – Foto di Informare ASD
Siti di interesse comunitario e Zona speciale di conservazione
Il sito di interesse comunitario (S.I.C.) è definito dalla direttiva comunitaria n° 43 del 21 Maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatica conosciuta anche come “Direttiva Habitat” attiva in Italia dal 1997.
Il termine S.I.C. è usato per definire un’area che contribuisce in modo significativo a mantenere e ripristinare un certo tipo di habitat (tipologie definite in un elenco della direttiva Habitat) o a mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente delle tipologie di specie (definite in un elenco della direttiva Habitat).
Inoltre un S.I.C. è un’area che contribuisce al mantenimento della biodiversità della regione in cui si trova. Sono esclusi gli uccelli previsti nella Direttiva 79/409 CEE o Direttiva Uccelli.
Ogni stato membro della Comunità europea deve redigere un elenco di siti (S.I.C.) di importanza comunitaria nei quali appunto si trovano habitat naturali e specie animali e vegetali. Sulla base di questi elenchi la commissione redige l’elenco dei siti d’interesse comunitario, entro sei anni dalla dichiarazione di S.I.C. l’area deve essere dichiarata dallo stato membro Zona speciale di conservazione (Z.S.C.).
L’obiettivo è quello di creare una rete europea di Z.S.C. e zone di protezione speciale (Z.P.S.) destinate alla conservazione della biodiversità chiamata Rete Natura 2000.
In Italia l’elenco dei S.I.C. e Z.P.S. è redatta dalle Regioni e dalle Province che con l’aiuto di associazioni specifiche ed esperti e tutti i progetti che possono avere incidenze significative sui vari siti devono essere assoggettati alla procedura di valutazione di incidenza ambientale.
L’ambiente marino e terrestre del S.I.C. di Capo Berta
L’ambiente marino del S.I.C. di Capo Berta, attraversato dall’antica passeggiata a mare conosciuta come Incompiuta che collega Diano Marina a Imperia, è ricco di specie sia vegetali che animali e i fondali sono prevalentemente di natura sabbiosa; ospitano in particolare la Posidonia oceanica (tra i 10 e 30 metri di profondità) e la Cymodocea nodosa una pianta che invece si sviluppa entro i 10 metri poiché richiede luminosità.
Oltre a queste si possono trovare una grande quantità di pesci, molluschi, crostacei e anche un vario mondo coralligeno.
La Posidonia Oceanica
E’ una pianta caratterizzata da fiori e frutti, si presenta in foglie verdi lunghe (circa di un metro) e unite a fasci. Forma estese praterie soprattutto nei fondali sabbiosi dove aderisce formando robusti rizomi.
Vive in ambiente con temperature che possono variare tra i 10° e 28° C mentre non tollera le variazioni di salinità. La posidonia, che fornisce riparo a numerose specie, in passato è stata utilizzata in molti modi ma dopo varie ricerche che hanno portato alla consapevolezza dell’importanza per l’ecosistema è diventata una specie di pianta marina da salvaguardare.
Fondali davanti a Capo Berta: Posidonia Oceanica – Foto concessa da Informare ASD
Cymodocea nodosa
Una pianta che richiede molta luminosità la si trova quindi entro i dieci metri di profondità in una fascia sottile antistante la prateria di Posidonia oceanica.
Pesci, molluschi e crostacei
Tra i pesci che possiamo trovare nelle praterie di Posidonia Oceanica ci sono: Nherophis maculatus (Pesce ago macchiato), lo Zeus Faber (Pesce San Pietro), l’Octoplus vulgaris (Polpo). Quest’ultimo, il polpo, di famiglia dei molluschi, può superare i dieci kg di peso ed una lunghezza di oltre un metro.
Lo si può trovare in fondali molto bassi ma anche in profondità oltre i cento metri. Si nutre di crostacei, pesci, molluschi che cattura con i suoi lunghi tentacoli.
Il mondo coralligeno – Fotografia concessa da Informare ASD
Il mondo coralligeno
Per coralligeno si intende una biocenosi (comunità delle specie di un ecosistema che vive in un determinato ambiente) di organismi bentonici calcarei (vegetali e animali) che colonizza rocce e fondali rocciosi, ma anche sabbiosi, poco illuminati (tra i 25 ed i 200 metri di profondità).
Ricordiamo che tra le specie peculiari che costituiscono il coralligeno di Capo Berta ci sono:
- la Paramuricea clavata (Borgogna rossa);
- l’Eunicella Cavolinii (Gorgogna gialla);
- l’Eunicella verrucosa (Gorgogna bianca);
- lo Pteroeides spinosum (Pinnacula);
- l’Antipathes subpinnata (Corallo nero) e
- l’Axinella polypoides.