Spiaggia libera per cani
Via Lungofiume (vicino Eurospin)
San Bartolomeo al mare (IM)
Google Maps
Finalmente, a San Bartolomeo al mare
Per chi ama l’estate, le spiagge, il nuoto, il mare, le vacanze con il cane sono da sempre situazioni un po’ complicate. Fortunatamente però, i tempi sono cambiati ed ormai è possibile frequentare tantissimi tratti di spiaggia in Italia accessibili ai nostri amici a quattro zampe.
Ci sono spiagge private che accettano i cani (di norma prediligono quelli a piccola taglia), ci sono strutture attrezzate totalmente dedicate a loro e spiagge libere e gratuite.
Nel 2018, San Bartolomeo al mare ha trovato un’ubicazione per una spiaggia libera totalmente dedicata ai cani – sull’arenile vicino alla foce del Torrente Steria – dove i nostri amici pelosi possono sgambettare e tuffarsi per un bagno con il loro padrone.
Caratteristiche della spiaggia per cani nel Golfo Dianese:
Tra il porto ed il torrente, in un tratto recintato, con un ampio parcheggio subito a fianco e doccia comunale è sicuramente un luogo comodo, di facile accesso, che non disturba il contesto passeggiata-spiaggia-mare nel suo complesso.
Certo non è una super mega spiaggia ma per il Golfo Dianese, avere un piccolo tratto di arenile totalmente dedicato a loro è già un gran bel traguardo! Grazie, San Bartolomeo al mare!
Foto della spiaggia libera per cani a San Bartolomeo al mare
La Torre Alpicella si trova a Gorleri, una frazione di Diano Marina, a 267 m sul livello del mare e tale posizione induce a pensare che il suo scopo fosse quello di fornire un servizio di controllo e di avvistamento di imbarcazioni anche di predoni ed eventuali invasori invece che essere usata come torre di difesa del territorio.
Si nota anche come in passato, su alture con larghi spazi e visuale aperta come per la Torre dell’Alpicella per esempio, si ergevano delle torri-lanterna che servivano, appunto, per avvistare e segnalare.
RICORDA: La torre è raggiungibile partendo dalla strada principale che porta da Diano Marina verso Imperia (Via San Leonardo incrocio con Via Diano Calderina) imboccando sulla destra, in zona Colle San Leonardo, una deviazione con un cartello stradale che ne indica il percorso (Strada Comunale Savoia).
Caratteristiche della Torre Alpicella
La forma della Torre è circolare e vista la posizione una teoria potrebbe far supporre, in alternativa all’avvistamento, che potesse essere un mulino a vento tale da sfruttare la ventilazione costante della zona anche vista la scarsa possibilità di utilizzare l’energia idraulica.
Però si tratta di una teoria non confermata e a questo si aggiunge il fatto che la sua posizione poteva permettere l’utilizzazione come controllo del territorio di tutto il Golfo Dianese facilmente visibile anche a vista.
Il materiale di costruzione della Torre Alpicella è essenzialmente in pietra grezza locale con la collocazione della porta di ingresso in zona nord-est e leggermente sopraelevata rispetto al piano del suolo.
Torre Alpicella
Storia delle torri in Italia e Europa
Le torri sono edifici che hanno l’altezza più sviluppata rispetto alla base e nella storia dell’architettura hanno ricoperto fondamentale importanza sia come elementi funzionali (di avvistamento, torri orologi, torri del vento, campanili, ecc.) sia di prestigio (casatorre, torre gentilizia, ecc.) e molto spesso per le proprie caratteristiche di fruizione.
Presenti in tutto il mondo, in Italia e in tutta l’Europa si sono diffuse maggiormente nel Medioevo quando vennero utilizzate non solo per la difesa del territorio ma anche per esigenze abitative.
Le caratteristiche principali erano quelle di avere porte rialzate rispetto al suolo (in modo tale da poter accedere con scale rimovibili all’occorrenza), mura massicce e finestre di dimensioni ridotte. Quasi sempre di forma circolare ne esistono anche a base quadrata, rettangolare e poligonale.
L’altezza delle torri era metro della potenza e ricchezza delle famiglie che la possedevano, non mancavano le sfide a chi avesse la torre più alta mettendo anche a rischio la stabilità dell’edificio.
Nei secoli successivi le torri vennero abbandonate per dare vita a nuove costruzioni mentre terremoti e calamità naturali decimarono le torri superstiti; si ricorda che nell’800, in particolare nei centri storici delle città italiane, vennero abbattute per allargare le strade, costruire piazze.
Ricordiamo altresì che la torre come tipologia di edificio venne totalmente abbandonata in epoca rinascimentale e talvolta inglobate nelle nuove costruzioni dando un tocco originale agli edifici.
Torre Alpicella da un’altra angolazione
Il Complesso storico del Castello dei Clavesana si erge proprio in corrispondenza della zona nord delle mura che difendevano l’antico borgo ligure di Cervo; domina anche l’incantevole piazzetta di Santa Caterina che si può scoprire non appena varcata la Porta Bondai, una delle ben conservate porte d’accesso all’antico paese.
Da diversi anni è adibito a Polo Museale Castello Clavesana con al primo piano il Museo Etnografico del Ponente Ligure Franco Ferraro mentre il piano superiore è occupato da una sala riunioni con la mostra permanente “Donne di Liguria – Un secolo di storia 1850/1950” curata dall’Associazione Arcadia di Diano Marina.
Castello dei Clavesana e Museo Etnografico
Le origini del Castello dei Clavesana
Costruito nel XII° secolo originariamente il Castello fu residenza della famiglia nobile dei Marchesi di Clavesana signori di Cervo con lo scopo preciso di difendere il borgo di Cervo dalle scorribande di predoni, saraceni e barbareschi.
Venne inglobata una torre già preesistente costruita lungo la Via Julia Augusta, edificio in pietra di forma rettangolare con quattro torrioni ai lati. Successivamente venne trasformato in Oratorio (dedicato a Santa Caterina d’Alessandria) e poi convertito in Ospedale.
Il Museo Etnografico collegato al Castello
Il Museo Etnografico raccoglie, conserva e valorizza le testimonianze etno-antropologiche del territorio che rappresenta creando un centro cultura e ricerca: “Conoscenze della cultura di un popolo e tradizioni popolari”.
Al primo piano del Castello dei Clavesana si trova appunto il Museo Etnografico del Ponente Ligure e a fianco l’Ufficio I.A.T. (Ufficio Informazioni Turistiche). E’ stato inaugurato nel 1981 e conserva materiale e mobilio dell’800.
Entrata del Museo Etnografico
Donne di Liguria, un secolo di storia (1850 – 1950)
Al secondo piano del museo etnografico, nella sala adibita a congressi si trova la Mostra permanente “Donne di Liguria, un secolo di storia (1850 – 1950)”.
Si tratta di un coinvolgente percorso riferito a un periodo a partire dal 1850 fino al 1950 che riproduce momenti di vita del passato, ambienti, status sociali, arti e mestieri, episodi di vita ligure femminile. Ogni bambola è addobbata al meglio, in ogni dettaglio, a seconda della propria storia.
Questa personale è stata ideata da Nanda De Marchi, vicepresidente dell’Associazione culturale Arcadia di Diano Marina, appassionata di sociale ed amante del proprio territorio che ha voluto rappresentare tradizioni, usi e costumi del mondo femminile dal punto di visto storico.
L’evoluzione femminile di un secolo di storia valorizzando il ruolo della donna come pilastro e sostegno della famiglia e della società.
“Nei vari viaggi e pellegrinaggi in giro per il mondo – dice Nanda – mentre gli altri giravano per negozi io cercavo oggetti particolari che potessero servire per questo progetto. Ho visitato negozi e mercatini d’antiquariato dove ho acquistato tessuti, pizzi, passamanerie, accessori.
Tornata a casa, con il sostegno di Giuseppina Cotta Mandara, ed insieme ad un gruppo-lavoro di persone-soci di Arcadia abbiamo studiato e riprodotto in scala ridotta ambienti costruiti nel dettaglio e confezionato abiti, corsetti, cappelli, gonne, camicette, grembiuli per vestire e rappresentare nel particolare la società femminile ligure di allora. Una credenza arriva dalla Polonia!”
Negli anni la mostra è stata allestita in diverse cittadine liguri e nel 2004 è arrivata a Genova (quell’anno capitale europea della cultura).
E’ stata allestita in Umbria, vicino ad Assisi, ed dal 2012 ha trovato collocazione nel Castello dei Clavesana in Cervo, con grande soddisfazione del direttivo di Arcadia ed orgoglio per Nanda De Marchi.
Il libro “La donna di Liguria”
E’ stato realizzato il libro-fotografico che racconta “La donna di Liguria – Un secolo di Storia (1850 -1950)” stampato da Grafiche Amadeo che si trova ed è in vendita all’ufficio I.A.T. Cervo ed un secondo libro con fotografie autentiche di storia.
Interni del Museo Etnografico a Cervo
Il Santuario della Rovere chiamato anche Santuario di Nostra Signora della Rovere è situato poco lontano dalla Via Aurelia a San Bartolomeo al Mare. Viene definito “… una perla incastonata nel borgo medievale della Rovere” tra ulivi, palme, oleandri e pini ed una bellissima piazza che la contorna.
Si tratta di uno dei più importanti e antichi Santuari della regione, famoso per il grande numero di guarigioni miracolose avvenute e per essere meta di turisti e pellegrini provenienti da tutto il mondo.
Le origini
Le origini risalgono al XIV secolo e nel XVI fu modificato strutturalmente, rimangono reperti e ritrovamenti archeologici, la “Statua della Madonna col Bambino”.
Di pianta longitudinale e formato da tre navate con numerosi pilastri posizionati in modo sparso a conferma che il Santuario è stato sottoposto a più ristrutturazioni durante la sua lunga vita.
La facciata fu progettata da Angelo Ardissone un architetto del luogo e rifatta nell’800. Il portale in ardesia raffigura l’annunciazione e risale al 1553; venne successivamente ristrutturato nel 1860 in stile neoclassico.
Abside del Santuario
Antico bosco sacro
Le cinque piante di rovere che circondano il Santuario della Rovere sono gli ultimi esemplari del bosco antico e sacro denominato “Lucus Bormani”, dedicato al “Dio Borman” divinità delle sorgenti di origine pre-romana.
Santuario della Rovere, vista dal piazzale
Manifestazioni
Nella zona del Santuario della Rovere viene svolto ogni anno il 2 e 3 Febbraio da oltre 300 anni la Fiera della Candelora, un evento storico legato al territorio da sempre svolto all’inizio della stagione agricola.
Ancora oggi mantiene l’impostazione originaria ma è stata rivisitata negli anni con l’aggiunta di banchi ambulanti, aree tematiche legate al cibo, attrazioni per bambini.
Da anni è stata denominata Fiera della Candelora – Arti & Sapori della Rovere.
Ha origine nel XVII secolo e rappresenta un momento importante dal punto di vista economico per l’intera vallata dove le persone residenti sulla costa incontravano quelli dell’entroterra per fare affari di diversa natura: da poco ultimata la stagione delle olive ci si preparava per i lavori primaverili, da qui l’acquisto di animali da lavoro, alberi da frutto, concimi e stipulazioni di vari contratti.
Sagrato del Santuario
Festa della Purificazione
Il 2 Febbraio è anche la Festa della Purificazione detta anche Candelora, dove i fedeli si incontrano con una solenne celebrazione per purificare le anime fra le festività invernali e per prepararsi alla lunga Quaresima.
Alla festa religiosa si affiancava quella laica: “… nata in origine per essere un momento di incontro, di scambio di merci, di vendita del bestiame, con balli campestri, musica e cibo in comune“ oggi Fiera della Rovere che si divide in diverse aree tematiche: area blu (zona espositiva delle merci varie), area arancione (spazio dedicato ai Sapori della Rovere), area marrone (zona riservata agli allevatori e vendita attrezzatura da lavoro), area verde (spazio artigiani e operatori del proprio ingegno), area fucsia (stand di educazione ambientale, fattorie didattiche, mostre, esposizioni)
Legate al Santuario della Rovere sono inoltre celebrate due avvenimenti religiosi:
- Festa dell’Assunta (15 Agosto)
- Natività di Maria (8 Settembre)
Il Salto nel blu è un trampolino di lancio che si trova nel percorso delle antenne ed è ormai divenuto famoso in tutta Europa soprattutto tra gli appassionati e, per questo motivo, rientra tra le attrazioni da vedere assolutamente nel territorio del Golfo Dianese.
Chi lo percorre?
Si tratta di un percorso dedicato alle biciclette MTB Freeride e MTB Enduro e non è dunque consigliabile percorrerlo a piedi se non facendo particolare attenzione.
E’ parte del Golfo Dianese Bike Park & Resort e si compone di una serie di sentieri in mezzo alla natura con scorci da cartolina sicuramente suggestivi che però vengono utilizzati come percorsi di Action Sport e che, proprio in virtù di questa tipologia di attività, sconsigliamo di attraversare i percorsi in solitaria, in passeggiata o in trekking.
State sempre attenti spalle, scendono velocissimi!
Ciclista nel percorso “Salto nel Blu” – Foto concessa da: Bulk Media Production
Dove si trova?
E’ un percorso panoramico da mozzare il fiato affacciato sul mare con vista Golfo di Andora e Golfo Dianese.
Si può partire da Andora attraversando sentieri, stradine sterrate e strade asfaltate arrivando a Conna per poi salire in cresta dove si scollina oppure, direttamente dalla parte alta di Cervo.
Una volta raggiunte le antenne di Capo Mimosa ci si immette finalmente nel Salto nel Blu.
Un percorso in discesa che tutto d’un fiato attraversa il Parco del Ciapà, l’abitato di Cervo per poi immettersi sulla via Aurelia.
Che dire… basta ammirare le immagini per capire l’intensa bellezza di questo tragitto!
Vista del Golfo Dianese dal salto nel blu
Il percorso
Ha una lunghezza di circa 4 km con una difficoltà media (alcuni passaggi sono davvero impegnativi), con un susseguirsi di salti in successione, con un “ripidone” (denominata l’onda) ma anche con la possibilità di percorrere la “chicken line” per gli atleti meno esperti.
Si può contare, se lo si desidera, su accompagnatori qualificati e preparati con un servizio di Bike Shuttle.
Altra angolazione del percorso
Sentieri MTB del Golfo Dianese
La rete dei sentieri MTB del Golfo Dianese si estende attraverso scenari con panorami mozzafiato, i percorsi sono stati realizzati grazie al rilevamento delle tracce in GPS a cura delle realtà locali di Mtb che hanno anche contribuito alla creazione di questo magnifico parco sportivo naturale.
Percorsi
Percorso 1
Chiappa / Antenne / Sterrato Rollo / Parco Ciapà / Cervo
Percorso 2
Frazione Poiolo / Tornanti del Ceppo Nero / Mulattiere dei maiali / Madonna della Rovere
Percorso 3
Cervo / Parco del Ciapà / Chicken Line / Porteghetto
Percorso 4
Capo Mimosa / Rollo / San Giovanni-Andora / Ex campo di calcio di Laigueglia / Castello di Andora / Via Aurelia / Cervo / San Bartolomeo al mare
Percorso 5
Cervo / Direttissima Strada Morene / Cresta-Conna / Mulattiera “I Tecci” / Andora / Rollo / Chicken Line / Porteghetto
Cartina
E’ stata realizzata la cartina dei sentieri MTB del Golfo Dianese, un documento cartaceo che raccoglie tutte le indicazioni necessarie agli appassionati ma sono anche disponibili on-line e scaricabili